PROCESSO PAZIENZA/DOSSIER SOFFIANTINI - RINVIATO AL 5 DICEMBRE 2008
- massimilianocerbero
- 9 nov 2023
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LA NUOVA TESI DELL’ACCUSA: L’IMPUTATO NON DEVE DIFENDERSI! (M.S. 20.6.08) Continua il processo ai Poliziotti coinvolti nel 1999 con il faccendiere Francesco Pazienza. Roma, 20 Giugno 2008, ore 14:15, Aula 6, VI^ Sezione Collegiale del Tribunale Penale di Roma, Collegio presieduto dal Giudice Gustavo Barbalinardo. A dir poco “assurde” le affermazioni del Pubblico Ministero M. Monteleone avverso il diritto alla difesa dei due Poliziotti imputati (M.D.C. e D.C.) che, senza tregua, si difendono da un processo ristagnante in uno storico primo grado da ormai oltre dieci anni. IL FATTO… Anno 1999: ricordate la vicenda giudiziaria del “falso dossier Soffiantini” fabbricato da due poliziotti contro l’Onorevole Luciano Violante per favorire il noto faccendiere Francesco Pazienza? Negli atti ufficiali di quel processo, sono citati a vario titolo l’ex Capo della Polizia Giovanni De Gennaro, l’Onorevole Massimo D’Alema, l’Onorevole Folena, settori politici Statunitensi, servizi di sicurezza non meglio identificati, giornalisti -tra i quali il noto Ennio Remondino-, Cesare Previti, Marcello Dell’Utri, l’Avvocati del calibro di Giuseppe De Gori e Carlo Taormina, alcuni alti funzionari della Polizia di Stato, Monsignori, Massoni, strani personaggi che sarebbero sbarcati in Italia per fare azione di contrasto al pool di Milano (così affermarono i PM titolari dell’inchiesta…) e molti, molti altri ancora, tutti inseriti in un fritto misto all’Italiana racchiuso nel procedimento nr. 13863/98, in carico ai P.M. M. Monteleone e G. Salvi. L’indagine sulla “banda Pazienza” parte nell’Ottobre del 1998 sulle ceneri di un processo che, per ben tre volte archiviato, vedeva interessato il Procuratore di Perugia Giudice Fausto Cardella e la sua scorta. Nel 1999 scattano le perquisizioni e le custodie cautelari che portano in carcere Pazienza&Co. ma subito in procura ci si accorge che qualcosa è andato storto! Il Pubblico Ministero, infatti, in meno di un anno tenta di “archiviare” l’intero procedimento, ma l’allora G.I.P. dr. Otello Lupacchini gli concede solo una “parziale archiviazione”, anticipando comunque al P.M. “un eventuale infausto giudizio!” Nel 2003, dopo una veloce Udienza Preliminare (puramente transitoria) curata dal G.U.P. C. Carini, tutti gli indagati furono Rinviati a Giudizio, ma era ovvio, gli atti d’indagine erano troppi e ben confusi (circa 32.000 atti mescolati in 35 faldoni…). Per il G.U.P. non fù possibile svolgere una Udienza Preliminare serena, pertanto, tra enormi responsabilità, pose la vita degli imputati nelle mani del giudicante con una sentenza che ne disponeva il Rinvio a Giudizio pensata e scritta in meno di…15 minuti! Nel 2003 si è finalmente aperto il dibattimento e, a dare manforte al P.M. M. Monteleone fù inviato il P.M. L. Tescaroli che ben presto, accortosi del deserto probatorio in cui versava il castello accusatorio, abdicò dall’impresa... L’accusa, ferma nelle delle sue ragioni, nel 2003 chiese al Tribunale addirittura un “calendario straordinario” di 15 udienze al mese, poi però, il fomento iniziale si è smorzato retrocedendo alla conduzione di sole 2 udienze l’anno, per un totale, ad oggi, di sole 16 udienze dibattimentali svoltesi a singhiozzo in 5 lunghi anni di dibattimento. Ma delle 16 udienze, solo tre risultano utili -e solo in parte- al processo, un processo in preda ad una strana implosione. Ci si chiede se le circa 1000 pagine di spontanee dichiarazioni scritte dai due Poliziotti imputati e depositate al Collegio Giudicante, siano state la causa di questo drastico rallentamento del processo... Ci si chiede ancora, ma cosa c’è scritto di così compromettente in quelle dichiarazioni, da far rallentare un mega-processo partito in quarta??? Ci si accorge che all’epoca sono volati “nomi grossi” nelle carte dell’inchiesta, come abbiamo potuto leggere de visu, a vario titolo compaiono davvero Licio Gelli, Francesco Pazienza, Larouche, l’Onorevole D’Alema, l’Onorevole Folena, l’Onorevole Violante, l’avvocato De Gori, l’Avvocato Taormina, il pool di Milano, Dell’Utri, il pentito Cirfeta, il defunto ispettore dei N.O.C.S. Samuele Donadoni, l’allora Capo della Polizia De Gennaro, Ilaria Alpi, addirittura Napolitano, ed ancora Calipari, Panza, la CIA, la massoneria e qualche poliziotto di contorno… Ci si chiede, ma, questa inchiesta, nasconde davvero qualcosa di indicibile? Dopo svariati anni di udienze transitorie, nell’Ottobre del 2007 è sopraggiunta la prescrizione dei reati, ma solo i Poliziotti imputati hanno rifiutato questo beneficio di Legge, chiedendo una sentenza di merito per tutti i capi di imputazione. Il 20 Giugno 2008 i Poliziotti hanno invocato l’eco dell'Art. 24. della Costituzione della Repubblica Italiana, ovvero: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”. Hanne denunciato un teste dell'accusa "in corso d'opera" (Clemente Raffaele, un Funzionario della Polizia di Roma), poichè quest'ultimo, -documentalmente a loro avviso-, si è reso responsabile di falsa testimonianza.
Ma questo diritto di difesa sembra essergli negato ai poliziotti imputati, o quantomeno, burocraticamente ostacolato da una tenace pubblica accusa che li accusa di...difendersi, forse, …fin troppo bene! La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari. Noi siamo con i Poliziotti che vogliono la verità, il 05 Dicembre 2008 saremo presenti all’udienza, vi invitiamo a presenziare in massa. E' proprio il caso di dire...Sub Lege, Libertas...
Postato 5th July 2008

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