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DE CRISTOFARO MASSIMILIANO: ASSOLTO!

  • massimilianocerbero
  • 9 nov 2023
  • Tempo di lettura: 7 min

La rivista aveva visto giusto.De Cristofaro assolto.Le motivazioni dell'assoluzione e un urticante commento dello stesso Serpico schiodatosi , per fortuna,dalla sua iniqua croce. Ill.mo Cristiano Lovatelli Ravarino, questa volta non sarà il mio Avvocato “a raccontare”, perché credo sia giunta l’ora della mia rivincita personale.L’argomento principale non è una divertente partita a carte fra amici, ma una partita a carte fra un solo, singolo essere umano ed un altro essere meno umano che in questo caso specifico, gioca per propri interessi ma, in nome e per conto dello Stato.In molti ormai conoscono una parte della mia vicenda Giudiziaria, ed è bene che tutta la verità, venga alla luce.L’attenzione Giudiziaria posta in essere nei miei confronti dal mese di Settembre 1997 con le mie prime due (2) iscrizioni “parallele” nel Registro degli Indagati della Procura di Grosseto e di Roma, una terza (3^) a Gennaio 1998 a Roma (conosciuta nei Tribunali come: “I fatti di Castiglione della Pescaia”) ed una quarta (4^) nel mese di Ottobre 1998, si è concretizzata anche: con una quinta (5^) iscrizione nel Registro degli Indagati del Tribunale di Roma, nell’estate del 2000.Durante l’espletamento delle indagini inerenti il procedimento penale detto del secolo, Nr. 13863/98 per cui da quasi otto (8) anni dibatto (processo meglio conosciuto nei Tribunali Nazionali prima come: “I Poliziotti della Banda Francesco Pazienza” poi invece: “I Poliziotti del falso dossier Soffiantini” o “I Poliziotti che tentarono il ricatto all’Onorevole Violante”…) gli investigatori delegati (DCPP, Ucigos Sez. B1) intercettando ed ascoltando una telefonata intercorsa tra me e mia madre -a loro dire-, avendo intuito da parte mia, la commissione di un ulteriore reato, NON compilano nessun atto proprio o idoneo (Annotazione o Informativa di Reato) ma, come si evince dagli atti ufficiali (del procedimento Nr. 53527/2000) dopo un piccolo briefing interno, per valutare l’inoltro o meno della nuova notizia di reato all’A.G., NON lo fecero ma si limitarono ad inviare al P.M., una copia delle trascrizioni del Brogliaccio di Servizio inerente la predetta telefonata intercorsa tra me e mia madre. Se interpreto ciò che scrivo, in realtà ho capito che gli investigatori, avendo udito una notizia di reato, pensarono bene quindi, di sostituire la dovuta Notizia di Reato “qualificata” con un semplice foglio nel quale venivano riportati, sommariamente, i contenuti delle telefonate intercettate.Ma andiamo avanti caro Ravarino perché questo è solo l’inizio, si figuri il seguito.Allora, gli investigatori inviarono all’A.G. la fotocopia di un Brogliaccio di Servizio contenente le trascrizioni delle intercettazioni, evidenziando l’intercettazione telefonica intercorsa tra me e mia madre che si disse essere fin da subito notizia di reato probatoria e qualificata. A seguito della comunicazione “atipica” all’A.G. da parte degli uomini dell’Ucigos in merito al nuovo reato da me ipoteticamente commesso, inviato mediante la fotocopia del predetto Brogliaccio di Servizio, la Procura di Roma nell’anno 2000, mi notifica un ulteriore Avviso di Garanzia (il quinto), per i reati ipotizzati artt. 48, 81, 481, 61 Mr 9 C.P., aprendo un nuovo fascicolo d’inchiesta, il Nr. 53527/2000 - stralcio del Procedimento Penale Nr. 13863/98.Il processo 53527/2000 è stato meglio conosciuto come “Il Processo Pinto”.Caspita, ne ho talmente tanti di processi sulle spalle che sia i legali che le varie accuse li devono necessariamente etichettare, altrimenti c’è il rischio che ci si può confondere!!!Ma l’assurdità della mia nuova pendenza penale è che l’Ucigos venne delegata alle nuove “indagini” solo un anno dopo (nel 2001) che la copia del Brogliaccio di Servizio giunse all’attenzione del P.M. MONTELEONE Maria.Ed ancora più incredibile per me, è che in questo nuovo fascicolo penale, il P.M. titolare abbia trattato quel foglio estrapolato dal Brogliaccio di Servizio, quale notizia criminis qualificata.Ma non sta a me giudicare io ora, sono solo un indagato.È pacifico auspicare però che, in un fascicolo d’inchiesta, vi sia quantomeno la garanzia del supporto di una Notizia di Reato propria e qualificata, come ad esempio una Annotazione o una Informativa di Reato redatta della Polizia Giudiziaria che in quel contesto, dati i fatti certi, a mio avviso, si è resa responsabile dell’omissione della redazione di un Atto Dovuto.Ma è solo il mio pensiero, ed io sono l’indagato.Il Codice di Procedura Penale recita chiaramente quali siano i limiti temporali della Polizia Giudiziaria nell’Obbligo di Riferire le Notizie di Reato all’A.G. e quali siano gli Obblighi di Denuncia da parte dei Pubblici Ufficiali (e degli Incaricati di un Pubblico Servizio) poiché, in un contesto in cui essi hanno riferito di aver recepito la commissione di un reato Perseguibile d’Ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito (artt. 331 e 347 c.p.p.).Ma questi precisi obblighi dettati dalla Procedura Penale, nel fascicolo d’inchiesta Nr. 53527/2000 NON sono stati rispettati.Ma ripeto, è un mio punto di vista, quell’ dell’imputato.E’ chiaro ed evidente che l’Ucigos e la Procura di Roma con questa nuova pendenza penale, hanno voluto minare ancora una volta la mia credibilità nel dibattimento Nr. 13863/98 (Processo Pazienza) bersagliando la mia persona con ogni mezzo possibile.Questo ultimo concetto espresso, NON necessita di ulteriori riscontri.Ciò che voglio portare alla luce è più di una verità nascosta, in quanto le Azioni Giudiziarie intraprese dalla Procura nei miei confronti, sono più che biasimabili, discutibili e degne di attenzione, spero, da parte di organi Giudiziari Superiori e soprattutto, di Controllo.Da anni mi chiedo se davvero il P.M. MONTELEONE Maria in data 07 Novembre 2001, avesse realmente avuto la necessità di ascoltare la Sig.ra RUGORA Vanna (mia madre), in merito ai fatti per cui si procedeva contro di me.Credo che la Sig.ra RUGORA Vanna vedendosi notificare materialmente l’invito di comparizione quale persona informata sui fatti proprio dai componenti della squadra dell’Ucigos che in data 12 Maggio 1999 attese di proposito il suo arrivo nella mia abitazione per ammanettarmi dinnanzi ad ella, abbia sopportato ben oltre ciò che può definirsi la soglia limite del fattore emotivo e caratteriale di un genitore.Che terribile caduta di stile.Forse il P.M. NON ha valutato che ella, mia madre, essendo un mio prossimo congiunto diretto, avrebbe potuto astenersi da tale terribile esame?Oppure il P.M., con tale sconsiderata azione Giudiziaria, ha voluto sottoporre me ed i miei genitori ad un nuova gratuita violenza psicologica?Non sta a me giudicare, io sono solo l’indagato!Per notizia, dato che è processo di dominio pubblico, vale la pena fare qualche nome.Anche in questo processo (come nell’altro) è stato ascoltato CLEMENTE Raffaele (Dirigente della Polizia di Stato) quale teste dell’accusa, il quale, ancora una volta, NON si è assolutamente smentito.Egli ha dichiarato verità inesistenti anche in questo processo (come nell’altro) ed avverso la sua controversa testimonianza, il 12 Dicembre 2006 durante il mio esame e controesame, ho consegnato direttamente nelle mani dell’Ill.mo Giudice SULPIZZI Debora, una copiosa documentazione ufficiale che smascherava le false dichiarazioni del predetto. (Il Giudice SULPIZZI D. disponeva che il predetto incartamento da me redatto e consegnato, fosse inserito nel fascicolo dibattimentale, dove tuttora giace).Caro Ravarino, l’esito del “Processo Pinto” era già scritto.Parlando con il mio Collegio Legale, ci era accorti tutti che non potevo uscire illeso da tale ulteriore fine manovra Giudiziaria. Allora ho creato, allora ho avuto il coraggio di andare coscientemente “contromano” e, soprattutto, contro il “Basso Profilo”.(Basso profilo: nuovo tipo di processo fallimentare Italiano inventato consigliato da vari Legali difensori. Ho scritto bene? Difensori? Mah...) Tutto sembrava davvero già pesare sulla mia persona con una sonora condanna “PER NON AVER COMMESSO IL FATTO!”Il 12 Dicembre 2006 fu il mio turno, convocato, vengo udito in Tribunale.Sebbene potessi rifiutarmi, mi sottopongo volontariamente all’esame e controesame tra P.M. e Legale Difensore, con stupore di tutti.Caro Ravarino, ho recitato in una scena epocale, peccato NON esistano registrazioni né video registrazioni, però posso annunciare che in questo Processo Pinto, creato ad hoc per potermi far condannare per poi portarmi al Processo Pazienza con una pendenza penale, dopo sette (7) lunghi anni da quell’ulteriore Avviso di Garanzia, anche questo dibattimento è stato definitivamente chiuso con la mia piena “ASSOLUZIONE”. Si caro Ravarivo, l’Illustrisimo Giudice SULPIZZI Debora (Giudice della 9° Sezione Penale del Tribunale Sez. Monocratica) il 12 Gennaio 2007 ha emesso Sentenza e mi ha “ASSOLTO: PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE”.(La predetta sentenza di ASSOLUZIONE è divenuta inappellabile nel mese di Giugno 2007).Ed è stato oltremodo significativo l’episodio in cui il P.M. visibilmente scossa dall’evento -per Ella pesantemente negativo-, alcuni minuti dopo la lettura in Aula della mia ASSOLUZIONE nell’andare via mi abbia “salutato” davanti ai miei Legali proferendomi (testuali): “...SI RICORDI DE CRISTOFARO CHE NON FINISCE QUI, NON E’ ANCORA FINITA, NON E’ ANCORA FINITA, CI RIVEDREMO PRESTO!”. Caro Ravarino, a tale provocazione sono riuscito a tacere e da uomo pacato abituato a pesare le parole, con la disarmate semplicità che mi contraddistingue e senza condizionamenti di sorta, nonostante la violenza morale subita gli ho sorriso in faccia, inoltre, NON ho voluto agire nei confronti del Magistrato, non m’interessa.Nel contesto non replicavo a tono poiché il P.M. aveva pienamente ragione sul fatto che ci saremmo rivisti presto, infatti il 12 Ottobre 2007 ci rivedremo per concludere anche il Processo della Banda Pazienza. C’è che dice che dovrei mantenere il silenzio più assoluto, chi –preso dalla paura e dalla paranoia- mi consiglia tutti i giorni di guardarmi le spalle, chi ancora, mi evita perché sono stato ASSOLTO e quindi pericoloso!!!Beh, posso rispondere che sono un poliziotto, NON posso avere paura, NON mi è concesso avere paura, la paura, viceversa, la coltivo dentro, la custodisco e la curo, perché essa, mi aiuta ad avere quella lucidità che gli sprovveduti manca.Caro Cristiano ora La saluto.Allego la Sentenza di ASSOLUZIONE (dove stranamente di tutti si parla tranne di CLEMENTE Raffaele, il teste che ho accusato) e rimandano il prossimo nostro appuntamento con la verità, a quando Le svelerò le trame Giudiziarie del Processo meglio conosciuto come “I fatti di castigliane della Pescaia”.Lei ed i lettori ne leggerete delle belle, perché nel Processo di Castiglione i nomi ed i contesti sono ben altri, a cominciare proprio da una cena in cui ero fianco a fianco del famoso ex-Avvocato della DC, il caro amico Avvocato DE GORI Giuseppe, presenza che dagli inquirenti in quella precisa occasione, venne definita “occulta”...Ah, dimenticavo, dato che la paranoia va di moda perché così te la impongono, se nel frattempo io dovessi “morire suicidato”, sappiate che non era mia intenzione, quindi, scusatemi in anticipo. Massimiliano De Cristofaro


 
 
 

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